A cura di: Paquito Catanzaro
L’opera: Spagna. Fine anni ’50. Uno scrittore americano trascorre l’estate in giro per il territorio iberico per assistere a una stagione di corride. Due i toreri che intende seguire: Luis Miguel Dominguín, esperto matador vicino al ritiro, e Antonio Ordóñez, nuovo idolo per gli appassionati di tauromachia. Una sfida che valica i confini dell’arena e che viene seguita in modo appassionato dal narratore statunitense che risponde al nome di Ernest Hemingway.
Il personaggio: Hemingway stesso è protagonista di questo romanzo on the road. Impegnato in un reportage sulla tauromachia, appunta in un diario incontri, esperienze, sensazioni e soprattutto la ritualità che contraddistingue ogni corrida. Il torero è l’eroe della fiaba classica (quella cara a Propp), il toro il suo antagonista. Entrambi si contendono la vittoria e l’immortalità.
Perché leggerlo: Perché Hemingway riesce a romanzare una realtà che viene riportata fedelmente. Utilizza la scrittura sensoriale per ingabbiare il lettore tra le pagine di questa storia e fargli vivere in prima persona l’esperienza della corrida. Inoltre regala uno spaccato della Spagna degli anni ’50 così distante dalle atmosfere di Per chi suona la campana.
Revisione a cura di: Martina Megna
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