A cura di: Al Gallo
L’opera: Il giovane e ambizioso Dottor Melli si fa strada nel mondo ricorrendo a mille astuzie. Cocco di una mamma scaltra, aspira a diventare il medico della mutua con il più alto numero d’assistiti. Nonostante i colleghi invidiosi, nonostante le difficoltà, il rampante dottorino seduce la vedova di un anziano e moribondo collega che gestisce uno sconsiderato pacchetto clienti. Dopo aver raggiunto il suo scopo, ereditare gli assistiti, Melli pianta la vedova e si rimette in cerca di più lucrosi compromessi.
Il personaggio: Figlio del suo tempo, Melli rappresenta bene quella fame di successo, di prestigio che caratterizza l’Italia del boom economico. Conclusa la stagione della retorica post-bellica, l’italica società sta cambiando e rivolge sempre più spesso lo sguardo ai nuovi valori, ritenuti fino a quel momento malsani: l’individualismo, la carriera, la mancanza di scrupoli che fa da contraltare al fair play dei bei tempi andati. In questo spaccato si insinua la sottile e corrosiva critica di un sistema, quello sanitario, metafora della mentalità corrotta di un’intera nazione.
Perché leggerlo: L’attualità del personaggio è senz’altro il punto di forza del romanzo. Scritto con stile graffiante, il romanzo di G. D’Agata ci mostra un vizio tutto italiano: il baronato. Un vizio che condiziona la società dalla notte dei tempi ed è raccontato dal protagonista, medico dagli oscuri natali, che fa di tutto per potersi garantire un posto al sole.
Mentire, rubare, macchinare: tutte queste deplorevoli azioni sembrano giustificate in un’Italia che si illude di unire con l’autostrada del Sole, un paese che è, e resterà sempre, amaramente diviso tra raccomandati e peones, tra primi e ultimi.
Ovvio che sarà Alberto Sordi a dare volto al Dottor Melli nell’omonimo film, smorzandone in parte la critica ai costumi.
Revisione di Martina Megna
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