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Homo Scrivens

Di cosa parliamo quando parliamo d’amore (Raymond Carver)

A cura di: Simona Vassetti



L’opera: Questa raccolta di 17 racconti sull’amore è l’opera di Carver che più di ogni altra ha subito drastici tagli da parte del suo editor Gordon Lish, tanto che la moglie, la poetessa Tess Gallagher, ha voluto fortemente la ristampa nella versione originale.

Certamente la brevità di alcuni racconti ha concesso a Carver la fama di scrittore minimalista, da lui stesso rinnegata, ma la peculiarità delle frasi sospese e dei finali appena accennati sono una caratteristica che si ritrova in tutta la sua produzione.

In questi racconti Carver ci lascia intendere tanto sull’amore, in tutte le sue forme, ma anche quanto poco ne capiamo. Ogni personaggio ne parla dal suo punto di vista, relativamente al proprio bagaglio di esperienze. L’autore fotografa un’America di provincia, in cui i personaggi cercano di cavarsela in ogni modo, donandoci un ritratto di autentica sopravvivenza quotidiana.

Il personaggio: Raymond Carver soffrì molto per i tagli voluti dal suo editor Gordon Lish e questo è testimoniato in alcune lettere che gli inviò. Il dramma umano dello scrittore è evidente in particolare in una che gli scrisse nell’agosto del 1982, di cui riporto alcuni stralci: « Però so che tra questi 14 o 15 racconti che ti darò ce ne sono alcuni che ti faranno arricciare il naso, che non coincideranno con l’idea che la gente si è fatta di come deve essere un racconto di Carver - e per gente intendo te, me, i lettori in genere, i critici. Comunque, io sono loro, non sono noi, sono io. … Però, Gordon, giuro su Dio e tanto vale che te lo dica subito, non posso subire l’amputazione e il trapianto che in un modo o nell’altro servirebbero a farli entrare nella scatola, di modo che il coperchio chiuda bene. Può darsi che qualche braccio o qualche gamba, qualche ciuffo di capelli, debbano spuntar fuori. Il mio cuore non può accettare alternative. Scoppierebbe, sul serio».

Perché leggerlo: Ci si può chiedere: Carver è stato erroneamente identificato come il maestro della short story per i tagli operati dal suo editor? Per eliminare ogni dubbio si può leggere questa raccolta nella versione voluta da Lish e poi confrontarla con Principianti che propone gli stessi racconti, nella stesura originale. Il senso profondo di smarrimento, tipico di Raymond Carver, vi assicuro, resta.

E a proposito di tagli, sono autrice di una riscrittura del racconto di apertura di questa raccolta, Perché non ballate, inserita in Faximile, 101 riscritture di opere letterarie, edito da Homo Scrivens, dove ho proseguito con i tagli del racconto in 300 parole, in 3 frasi, in 3 parole.

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