A cura di: Paola Iannelli
L’opera: Patricia Highsmith è ricordata come la regina dei thriller: di origini americane, visse quasi tutta la sua esistenza dividendosi tra la Svizzera e la Francia. Il suo immenso amore per i gatti la indusse a creare delle storie, per così dire diaboliche, i cui protagonisti erano proprio i felini domestici. Ciò che affascinava la scrittrice era non solo l’aspetto morfologico dei gatti, ma l’astuzia collegata al loro raffinato modo di agire. Sinuosi, furbi, propensi alle coccole e soprattutto autonomi; queste le caratteristiche prevalenti dei suoi scritti. Dei gatti e degli uomini raccoglie al suo interno tre racconti, tre poesie, un saggio e sette disegni; in tutti, i protagonisti indiscussi sono loro: i gatti.
Il personaggio: La Highsmith crea delle storie alquanto paradossali in cui gli uomini appaiono dipinti seguendo una linea che oscilla tra l’ironico e l’assurdo. Nel primo racconto, il ritrovamento di due dita umane, a opera del gatto Portland Bill, darà il “la” per la scoperta di un omicidio, il tutto condito da una buona dose di dialoghi e azioni singolari, il cui originale epilogo rende grazia. Il secondo racconto ha come protagonista il gatto Ming, adorato dalla sua affascinante padrona, odiato dal suo amante. Le disavventure di Ming culmineranno con la resa del povero maschio umano che sarà senza pietà spodestato dalla sua furbizia. Nel terzo invece la visione di un minuscolo essere misterioso turba la vita di una coppia di quarantenni senza figli. I due conducono un tranquillo ritmo familiare evitando volutamente scossoni inutili. L’impiego di una gatta che scovi l’animaletto incomodo provoca però una sorta di rottura degli schemi, dando sfogo a un finale unico e singolare.
Perché leggerlo: Per gli amanti dei gatti è davvero indicato; deliziosi i dialoghi e ancor più i disegni che l’autrice ha prodotto ispirandosi ai suoi amici animali. È doveroso ricordare che la Highsmith è l’autrice di un famoso e controverso personaggio cinematografico come Il talento di Mr. Ripley, e non solo, uno dei capolavori di Hitchcock fu tratto dal suo romanzo Sconosciuti in treno, al cinema con il titolo L’altro uomo.
Revisione di: Martina Megna
Comments