Salvatore D’Amora - È nato nel ’90 sotto al Vesuvio. Insegna Lettere sotto le Alpi e produce pipe artigianali. Le sue poesie sono state ospitate in Gradiva – Rivista internazionale di poesia italiana e nelle edizioni napoletana e milanese di la Repubblica nella rubrica La bottega della Poesia.
Il tuo sorriso è una dispensa. Ci trovo il quotidiano a portata di mano e in fondo lo straordinario dimenticato poggiato lì e nascosto o forse mai prima notato.
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Tu sei come questa pietra rossa raccolta sott'acqua si porta sulla pelle il fuoco e le ossa e le squame del tempo attraversato. Tu sei come quest'isola sola e selvaggia che l'uomo si ostina ad abitare e si assola nelle casette bianche assomigliandole, celebrando in segreto il segreto.
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Un gelso bianco ti nasce tra i denti ad ogni sorriso che mi apri e io mi ci riparo in questo luglio stanco in questi caldi lenti.
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I tramonti si addicono a settembre finto inizio e fine incerta questi tramonti lunghi acquerellati senza nerbo né violenza annacquati ultima pesca senza amo né lenza.
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Potessimo cantare via,
fratello, il tuo dolore,
in un canto diplofonico
che portasse qualcosa di steppa.
Potessimo portare via
il tuo disgusto
in un ballo folle
di impeto e sfida al dio diavolo
al creatore e distruttore.
Potessimo narrarlo via
come voleva Hussein Agà
o un altro vecchio trovatore:
"Guai a chi
ferisce il cuore dell'uomo:
Dio è nel cuore dell'uomo".
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C'è un perché nascosto di questo Siremar spiaggiato che ci respira addosso nafta e aria salmastra e arsa. Ogni germoglio giorno/tramonto Ogni occhio è luce/notte Ogni vita è/non-è. Così anche noi, neon dallo starter bruciato.
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