Chiara Migliucci - Nata a Napoli nel 1998, si è avvicinata alla scrittura nel 2020, attraverso un processo graduale al cui fine ha iniziato a scrivere poesie.
Luci artificiali
Mi guardo intorno e vedo
affannarsi di luci
proiettate su ciò che vedo
sulla vita celere
sul vostro essere
altri simili agli altri
cercate di essere scaltri
dentro il coro
ma sopra le righe
che voi considerare oro
esco dalla scena
illuminata
per me aliena
e sono già andata.
(da autunno Dove tutto cade)
*
Lasci scie di tristi baci
scioccamente
evisceri affetto, ma taci
ma non ti curi di ciò che ti accade
quando scivoli nel silenzio
quando sei sciarade
ma sei scintilla
mia dolce Sibilla
sei scirocco, non ti tocco
ma a stento sento lo sciame
di tristi pensieri in questo ciarpame
allora scivolo tra le tue braccia
con la faccia sulla tua spalla
mi sciolgo in abbracci tersi
e si asciuga ogni mia perplessità.
*
Per la luna calante
che si è spenta ai miei occhi
che porta la terra sulle spalle
lei è Atlante, ma piena di falle.
Per la luna calante
per la sua cattiveria
fatta di calca e miseria
per la luna calante
che per quanto ridicola
mi ricorda che infondo
c'è stato un dolore amico
quindi sotto il chiaro di luna
mi fermo e ti dico:
mi hai molto deluso
ma voglio credere ancora
non in te, ma in quella che eri
non oggi ma ieri
per la luna calante
per la quale sono aperta al dialogo
anche se lei non ha mai parlato
se non per cercare uno sfogo.
*
Raccontami che luna sei
quando non credi al destino
ai nostri "se fossi", gli "avrei"
a quel filo che ci lega
e nel futuro si spiega
come ali fatte di cera.
Spiegami come fai a volare
nel cielo di un azzurro incolore
come un palloncino bianco
che per planare non ha bisogno
poi di tanto
a levarti da terra, come se fossi
figlia del cielo,
a portare il disgelo
su questa collina
dove dormo, in sordina.
Sussurrami come si fa
ad essere come te
che non ti curi delle nuvole
le passi attraverso
le illudi di favole
e poi alla fine
semplicemente gli stai sopra
e ti fermi, a sentire la bora.
E allora quel cielo
finalmente si colora
dei toni dell'aurora
*
É che io nei vostri panni lerci
non ci so stare
contrabbandieri di merci
di cuori di pietra e calcare
ti prego ascoltami
non posso più sprecare versi
versare lacrime su volti tersi
e terzi che vedono il mio male
e fondono il loro egoismo con il banale
mi sono distratta dal sentirvi
astratta dai vostri egocentrismi
brillate di luce scomposta come prismi
non capendo che siete parti del marasma
siete pezzi di luce che da sola non brilla,
c'é bisogno di respirare insieme,
annientare quest'asma
sto perdendo la mia empatia
per rabbia.
Per cercar complicità con voi
ago nella paglia
mio malgrado vi assomiglio
ogni giorno un po' di più
come ogni genitore
dimentica di esser stato figlio.
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